Clino Ricci, il protagonista del primo Fascismo Sannita

Il fondatore del fascismo nel Sannio fu Clino Ricci, nato a Paduli il 18 novembre 1898.
Il padre,  Stefano, uomo dal carattere forte e deciso, era un militare, mentre sua madre, Elisa Trombetti, era una donna dal temperamento molto mite.
Il loro giovane figlio erediterà e concilierà l’indole di entrambi i genitori. Terminati gli studi superiori presso il Liceo Classico “Pietro Giannone” di Benevento, fu chiamato alle armi il 15 ottobre 1917 per combattere la “Grande Guerra”. L’esperienza lo segnò profondamente, accrescendo i suoi ideali patriottici.
La fine del conflitto fu una grande delusione per l’Italia, che non vide riconosciuti i propri  diritti sulla città di Fiume, e Clino Ricci si avvicinò  all’irredentismo legionario di Gabriele D’Annunzio.
Egli partecipò quindi in prima persona alla spedizione fiumana del 1919, dove coordinò il “Battaglione Randaccio”, di cui facevano parte alcuni conterranei, come Fiore CaturanoCamillo PillaCosimo Pedicini ed Igino Pisanelli.
Nel luglio 1920, fu mandato a Napoli dallo stesso D’Annunzio nel tentativo di raccogliere nuove adesioni per la causa di Fiume. La missione ebbe l’effetto sperato, infatti  la Reggenza fiumana ottenne nuovi volontari e sostenitori.
Il fallimento della Spedizione di Fiume non lo scoraggiò, così conobbe il capitano Aurelio Padovani, capo degli irredentisti napoletani, che tra l’altro lo avvicinò al fascismo.
Clino Ricci si iscrisse alla sezione del  Partito Fascista di Napoli il 20 novembre 1920, ed entrò subito a far parte della dirigenza (o Direttorio) locale. In quel tempo, egli era studente di Giurisprudenza presso l’Università “Federico II”, e nel 1921 creò al suo interno i GUF, i Gruppi Universitari Fascisti.
Le elezioni del 1921, furono motivo per lui di grande delusione, e preso dai suoi impegni di studio e dall’imminente laurea, fu costretto a trascurare l’attività politica.
Nel 1922 divenne redattore della rivista culturale “Polemica”, organo dalla federazione fascista napoletana.
Nel mese di luglio del 1922, il Direttorio Campano del Fascismo, consapevole del suo carisma personale, lo nominò responsabile la propaganda  nel Sannio beneventano e nell’Irpinia; anche in questo caso ottenne ottimi risultati.

Il 28 ottobre 1922, Clino Ricci partecipò alla “Marcia su Roma”, capeggiando il gruppo di camicie nere provenienti da Benevento e provincia.
Con la conquista del potere di Benito Mussolini, egli si dedicò al rafforzamento del partito fascista a livello locale, e limitò le azioni eclatanti degli squadristi. La sua concezione del fascismo era quella di un movimento nazionale tutto improntato  all’abnegazione verso la Patria; infatti fu molto duro contro coloro che aderirono in un secondo momento al movimento, soltanto per ragioni di opportunismo.
L’ascesa di questi “fascisti della seconda ora” danneggiò la sua carriera politica, infatti perse la carica di Segretario Federale.
Non fu mai incline ad azioni violente; non a caso pronunciò parole di ferma condanna contro il “delitto Matteotti”. Definì gli assassini del politico socialista “traditori”.
All’età di 26 anni fu colpito da una grave infezione ai denti; la sera del 26 novembre 1924 fu immediatamente trasportato presso l’ospedale militare “Trinità” di Napoli, ma i medici non poterono nulla, e il 7 dicembre successivo morì.
La salma fu portata a Benevento per essere poi esposta nella Sezione Fascista; il giorno seguente fu trasportata e sepolta nel cimitero di Paduli.
Negli anni ’30 a Benevento è stata dedicata una strada a Clino Ricci, nei pressi della Stazione ferroviaria. Quella via conserva  ancora oggi il suo nome, segno che nonostante il passaggio dal fascismo alla democrazia repubblicana, si è voluta mantenere un certa considerazione verso una figura politica  che ha comunque segnato la storia del nostro territorio.

Francesco Pio Meola

 

Il protagonista del primo Fascismo Sannita
Il Fascismo sannita delle origini è racchiuso in un solo nome: Clino Ricci. Il pensiero e l’azione di questo giovane avventuriero caratterizzeranno la lotta politica nel Sannio degli anni Venti. Il fascismo di Clino Ricci è stato quello più puro: rivoluzionario e goliardico. Il fascismo sorse a Benevento per opera di questo ragazzo, ma le sue propaggini più lontane portano addirittura a Fiume e con i legionari al seguito di D’Annunzio. E’ proprio in una notte del settembre 1919 quando il tenente Clino Ricci, essendo stato sciolto il 2° Reggimento Bersaglieri della Brigata “Bologna” di cui aveva fatto parte durante le operazioni belliche, dopo un colloquio con il capitano Mrach-Schiavon, capo dei volontari fiumani, passa nella città istriana con tutta Brigata. Comincia l’esperienza più romantica per Ricci, imbevuto di spirito dannunziano, che vedrà nella Fiume occupata dai legionari una Patria alla quale donare la sua giovinezza. Clino Ricci era nato a Paduli, pochi chilometri da Benevento, il 18 Novembre 1898 da Stefano e Elisa Trombetti. Dopo gli studi compiuti al Ginnasio – Liceo della città Capoluogo, era stato chiamato alle armi e aveva raggiunto la zona di operazioni il 15 Ottobre 1917, dieci giorni prima della disfatta di Caporetto. La sua passione per la Patria, la sua ardente volontà d’azione, non si placarono in quei pochi ma durissimi mesi di trincea. Anzi, una autentica concezione mistica dell’azione portava Ricci ad un attivismo che come egli stesso ripeteva lo faceva “sentire vivo”. Alla fine della guerra, la gioventù italiana scalpitava e fremeva, senza attendere le lungaggini della diplomazia. La questione di Fiume, risolta d’impeto da D’Annunzio che diverrà l’idolo delle nuove generazioni convincerà ancora di più Clino Ricci a correre verso Fiume per riscattare l’orgoglio e la dignità ferita di tanti combattenti.

L’esperienza di Fiume 

A Fiume, Clino Ricci si mise ad organizzare un battaglione napoletano, nel quale confluirono alcuni ragazzi sanniti, con i quali instaurò una fraterna amicizia: il sottotenente Fiore Caturano di Montesarchio e gli altri beneventani come Cosimo Pedicini, Camillo Pilla e Igino Pisanelli. Nel luglio 1920  Clino Ricci, munito di una lettera autografa di Gabriele D’Annunzio, veniva inviato a Napoli per raccogliere volontari e per orientare l’opinione pubblica a favore della Reggenza di Fiume. Questo il testo della lettera: “Il tenente Ricci del Battaglione Randaccio, Legionario Esemplare e Fedele, ha piena la nostra fiducia. Preghiamo tutti coloro che appoggiano la santa causa, di porgergli aiuto nell’opera”. F.to, Gabriele D’Annunzio. In pochi giorni Clino raccolse numerose adesioni e ai primi di agosto partiva per Fiume per riferire sui risultati della sua missione, e per approntare i mezzi necessari a condurre i volontari in terra istriana. Il 15 Ottobre ripartiva da Fiume per Napoli, ma a Fiume non sarebbe più ritornato, anche se vi lasciava gran parte di se stesso.

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