CASERTA – (manero) La bella parrocchiana, che ha lasciato il marito per don Sante Sguotti, nove mesi fa partorì un bel bambino. Nella frazione Monterosso del Comune di Abano Terme la piccola comunità non si scompone più di tanto anzi nonostante che il sacerdote stessi ad attribuirsi la paternità, si stringono intorno al loro parroco e non vogliono che la chiesa prenda provvedimenti per una sua cessione dell’incarico.
Una storia, pizzicante e boccaccesca, ma che oramai non scandalizza più nessuno. Anzi se hanno qualcosa da ridire sono proprio gli sposati cattolici che hanno alle spalle un divorzio e che per farsi la comunione debbono aspettare lo scioglimento del vecchio matrimonio della sacra rota. Un’operazione molto costosa che ai fini pratici comporta solo la salvezza rispetto a diritto canonico.
Fatti e dicerie nei confronti de preti nella provincia di Caserta ed anche nel capoluogo se ne sono sempre dette. Problemi che le varie curie dislocate sul territorio hanno sempre affrontato, chi con maggiore permissivismo chi con più rigidezza. Sono noti eventi di sacerdoti che prima sono stati dispensati dalla loro funzione e poi riammessi al culto. Non a caso anche Padre vescovo in occasione di insediamento di nuovo parroco rievocò i travagli spirituali passati dal prete che si accinge a guidare la parrocchia e gli augurò un eccellente lavoro con in nuovi parrocchiani. Molte sono le battute fatte nei confronti dei sacerdoti dai loro fedeli. In una frazione di Caserta, quando era alla ribalta un caso di omosessualità e ricatti che coinvolgevana un teologo, un fedele parlando ad un cronista del suo parroco ebbe a dire: “Almeno a questo gli piacciono le donne”. In un’occasione di un anniversario di sacerdozio un prete fece una grande festa, alle donne che stavano preparando i dolci qualcuno chiese se tra i regali ricevuto c’era quello della sua prediletta, la risposta fu unanime: “quale delle tante?”
Non mancano fatti anche ai tempi del fascismo: il parroco di Marcianofreddo, frazione di Alvignano allora provincia di Benevento fu chiamato dal vescovo di Caiazzo S.E. Nicola Maria Di Girolamo che gli confidò di darsi una regolata con le donne: “Sa, nel suo paese si mormora e mi dicono troppe cose su di Lei” continuò il vescovo. Il parroco non si scomodò più di tanto ed di contro rispose: “Si, nel mio paese si chiacchiera sul mio conto, ma non sa, quanto si chiacchiera nel suo nel vostro paese?.
Un caso che fece scalpore e che se gli organi di informazione avessero avuto una diffusione come oggi sarebbe stato un evento nazionale, fu quello che riguardò il sacerdote don Enrico. Fu allontano dal rigido vescovo della diocesi di Caiazzo Nicola Maria Di Girolamo per un palesa relazione con la sua perpetua sposata con un contadino. Il marito pur sapendo della tresca continuava ad ignorare il fatto.
Il parroco ebbe la punizione di essere trasferito in una sede lontana dalla sua amata.
Il provvedimento non andò a genio ai gerarchi ed al podestà che si prodigarono ad inviare lettere al vescovo per la revoca dell’atto ed al parroco stesso per solidarietà.
“La notizie dei provvedimenti presi sul vostro conto mi hanno sorpreso e non poco – scriveva il segretario politico del Partito Nazionale fascista di Caiazzo, Angelo De Simone a don Enrico il 14 novembre XXIII anno dell’era fascista (1939) – conoscendo bene la vostra condotta di buon sacerdote e di zelante parroco, il vostro disinteresse con tutti e la carità verso i poveri e la cura assidua che avete per le anime e per la chiesa a voi affidata. persone invidiose di voi e della vostra famiglia e della vostra pace, ricorrendo a bassi e volgari intrighi, hanno creato di alienare la benevolenza dei vostri superiori che hanno sempre apprezzato le vostre doti di mente e di cuore, affidandosi anche incarichi di fiducia che avete assolto con zelo, la capacità e il tratto signorile che tanto vi distingue.”
Andrea De Angelis uno degli ultimi sindaci di Caiazzo prima dell’era podestarile cosi scriveva a don Enrico: “Abbiamo inteso con vero rincrescimento i fastidi ed i dispiaceri che state avendo a causa di persone sconsigliate e mosse da bassi interessi personali o peggio. Sono i malvagi che spesso attossicano la vita. Immaginando il vostro dolore ecc… Vi giunga in quest’ora penosa la nostra parola sincera di conforto di stima ed di augurio.”
Corriere di Caserta 26 agosto 2007