Caserta e l’antisemitismo annacquato

CASERTA –  (manero) Arriva a Santa Maria Capua Vetere Michel ‘Misha’ Seifert, soprannominato il “boia di Bolzano”, perché accusato di crimini di guerra nei campi di Fossoli e di Bolzano.

Un triste destino quello della nostra provincia destinata a mettere nelle patrie galere personaggi noti e non che per varie ragioni avevano  dei conti sospesi con la giustizia.

Le leggi razziali  del 1938 volute  in Italia dal regime fascista per assecondare le mire antisemite dell’alleato tedesco,   trovarono i casertani dell’epoca indifferenti a assenti. Loro, che  il regime lo avevano  condizionato piuttosto che farsi condizionare,   quel provvedimento lo accettarono con rassegnazione ed anche con rabbia. Anche i fascisti più intransigenti non denunciarono nè ebrei nè zingari, così come spesso succedeva  nell’Italia del Nord,  la dove i casi di antisemitismo si facevano sentire.  Va ricordato la figura carismatica di Stefano De Simone, casertano e  federale della provincia di Benevento, protagonista della vita politica di quegli anni, nelle sue memorie diceva che due cose non aveva perdonato al Duce: la soppressione della provincia di Caserta e le leggi razziali.

Ma  per questo non è che chi era ebrei  non ebbero  a patire. Molti impiegati dello stato  furono allontanati dalla vita pubblica ed  a volte verso di loro si apriva una vera  catena della solidarietà.

Se  si deve  parlare di capi di concentramento in  Terra di Lavoro ce ne sono stati, ma quelli messi su  dagli americani quando con la disfatta della seconda guerra mondiale tentano di racchiudere i potenziali fascisti che potevano ostacolare la ripresa democratica del paese. E cosi nel campo di Carinaro,  vicino ad Aversa finirono alcuni uomini del partito fascista della provincia denunciati  da preti e dai comitati di liberazione nazione. Una sosta di pochi giorni per poi essere tutti trasferiti nel campo di Padula in provincia di  Avellino. Molti furono accusati di eccessi  durate la marcia sul Roma, qualcuno di avere dato agli avversari politici l’olio di ricino, ma per antisemitismo non fini racchiuso quasi nessuno. Lo stesso federale  casertano   Giuseppe Tedeschi passato al vaglio degli americani, fu ritenuto uomo corretto e probo e lasciato in libertà cosi come il terzo podestà dell’epoca Pasquale Centore. Sorte diversa ebbero il duca di Maddaloni Tixon, Achille Lauro e i fratelli  de Simone di Caiazzo e Cesare Rossi, quest’ultimo uno tra i responsabili  del delitto Matteotti che da Carinola finirono a Padula dove rimasero per circa due anni.

17 febbraio 2008

Pubblicato da memoriecasertane

Mauro Nemesio Rossi Studia alla facoltà di ingegneria, successivamente si laurea in scienze politiche alla Federico II di Napoli. Assunto alla Olivetti di Ivrea si interessa di organizzazione aziendale e analisi del costo del lavoro. Giornalista pubblicista e fotografo, è originario di una nobile famiglia Casoriana appartenente al casato dei Casarusso. Spilla d'oro Olivetti è stato insignito della stella al merito del lavoro dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, Cavaliere della repubblica ed Ufficiale della Repubblica, nel 2021 riceveve il titolo di Commendatore delle Repubblica dal presidente Sergio Mattarella. vive e lavora a Caserta. Esperto di economia e strategia aziendali ha pubblicato per l'istituto tecnico industriale "Villaggio dei Ragazzi" il volume "Introduzione alla Vita d'azienda" 1973; "Le multinazionali verso un codice di condotta" 1979 ed è stato presidente del consorzio di Imprese Elinte scarl dalla sua nascita fino al 2002. Fonda e pubblica nel 1980 la rivista nazionale "Fotografia Comparata" a cui collaborano studiosi e docenti universitari. Nel 1988 registra al tribunale di Santa Maria Capua Vetere per la cooperativa "mediterranea" il quindicinale "il Corso" un periodico di attualità e di storia casertana. La Fiaf Federazione Italiana associazioni fotografiche lo nomina Benemerito della Fotografia Italiana, stesso attestato gli arriva dall'Anaf Associazione Nazionale Arte Fotografiche. Quale reporter realizza servizi per il quotidiano "il diario" sul terremoto del 1980, è inviato al seguito del contingente Italiano In Libano nella missione di pace nel novembre del 1983 dove conosce Oriana Fallaci . Per il quindicinale di attualità e storia locale "il Corso", nato nel 1988, e per diversi giornali ha intervistato e fotografato molti personaggi di spicco della vita Italiana: dal critico d'arte Antonello Trombadori al pittore Remo Brindisi.. ed inoltre: il Filosofo Massimo Cacciari, Pino Rauti, Giulio Andreotti, Gianfranco Fini, l'attore Giancalo Giannini , il Pasquale Squittieri e tanti altri. Sue mostre personali di Fotografia sono state organizzate a Sorrento, Bergamo, Brescia, Ancona, Caserta, Napoli. Ha lavorato per "Napoli Notte", "il Diario", "il Giornale di Caserta" ed attualmente collabora per le pagine culturali ed attualità del quotidiano Corriere di Caserta. Ha pubblicato per il Corriere di Caserta a puntate la storia di Terra di Lavoro durante il fascismo da cui ha tratto il Dvd "Antonio Ricciardelli racconta". sue pubblicazioni: Maestri del lavoro in camicia nera, ed. Rubbettino; Alvignano ed il suo Arciprete ed Pro loco Alvignano; Fascismo Casertano fatti e misfatti di misfatti e personaggi di una città in camicia nera ed. Cesaf Maestri del lavoro. ....

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