Per Generale De Angelis e la Brigata Caserta
L’entusiasmo, con cui la città di Caserta ha partecipato alla celebrazione dell’Indipendenza Americana, è la prova più alta e più bella della simpatia che unisce il nostro popolo agli Stati Uniti, della valutazione che esso dà giustamente all’alleanza di essi e agli sforzi che essi hanno compiuto e compiono, perché la fede e i sacrifici degli Alleati siano coronati dalla vittoria; è la prova che, accumunati dal medesimo spirito di generosità e d’idealità, il popolo americano e il popolo italiano si comprendono e s’amano al di più e al di sopra degli accordi e degli artifizi dei Governi, per la virtù suscitatrice di affetti e di energie ch’esercita l’ideale della giustizia schiettamente inteso e spontaneamente professato.
Un nobilissimo manifesto del sindaco, cav. Cappiello, invitante la cittadinanza ad onorare la grande Nazione Alleata e a celebrare la festa come un rito propiziatore della vittoria, dava convegno ai casertani per la sera, alle ore 20, al Politeama Vanvitelli, dove avrebbe parlato sull’Indipendenza Americana il chiarissimo prof. Gualtiero Onerghi, benemerito presidente del locale Comitato della Dante Alighieri.
Fin dalle prime ore del mattino la città era tutta imbandierata e la banda civica faceva risonare le vie principali dell’ inno americano e dea1’inni nazionali degli Alleati.
Nel pomeriggio in Piazza Margherita vi fu trattenimento musicale con largo concorso di cittadini.
Alle ore 20 il Politeama Vanvitelli, adorno delle bandiere degli Stati Alleati e di piante, presentava una vista stupenda: vi si accalcava una folla enorme di signore, di signorine, di notabilità, di ufficiali, di soldati, ecc. V’erano tutte le Autorità Civili, col prefetto Sansone; tutte le Autorità Militari, i Comandanti dei Reggimenti e’ i Capi degli Uffici, coi generali Vercellana, Ferrari e Giuliani; tutti i Capi degl’Istituti, delle Scuole e dei Convitti, col provveditore agli studii cav. Amorosa; le rappresentanze della Scuola per gli Allievi Ufficiali di Complemento, della Scuola per gli Allievi Ufficiali della Regia Guardia di Finanza, degli Istituti e delle Scuole Civili e dei Convitti; i Direttori degl’ Istituti di Credito; il, Consiglio Comunale ed il Consiglio della Dante Alighieri, entrambi al completo; le Associazioni e la Sezione del Corpo Nazionale dei Giovani Esploratori, ecc., ecc.
Sul palcoscenico v’era una rappresentanza del Distaccamento di Fanteria Francese, di guarnigione a Caserta, col proprio comandante, aiutante Savercn.
La cronaca ha registrato poche volte, e, forse mai, una cerimonia così grandiosa e così solenne.
Iniziata col suono di tutti gl’inni degli Alleati, eseguiti magistralmente dalla banda presidiaria diretta dal maestro Lizzi, e, specialmente quello americano, applauditi con il calore dal pubblico enorme, essa si svolge in un continuo crescendo di entusiasmo.
Il sindaco cav. Cappiello, prendendo per primo la parola, mette in rilievo 1′ importanza di questa festa celebrata da tutte le Nazioni Alleate come una festa propria, segno evidente che tutti i combattenti per la causa della libertà e del diritto hanno visto consacrato il carattere idéale della loro lotta dall’intervento americano ed hanno in questo veduto l’elemento decisivo della vittoria. La rivoluzione americana, che ha per suoi eroi Washington e Franklin, pose gli Stati Uniti sulla stessa via ideale, su cui fu posta l’Italia dalla rivoluzione impersonata da Garibaldi e da Mazzini; onde l’alleanza di oggi condurrà fatalmente i due popoli alla conquista del loro ideale di libertà e di giustizia, e al mantenimento di un’ amicizia perenne. Presenta quindi l’oratore, prof. Gualtiero Onerghi, che per altezza di intelletto, di dottrina e di eloquenza, e per l’ardente e infaticabile spirito d’italianità, che lo guida nella sua operosità patriottica, è degno di illustrare il valore ed il significato della proclamazione dell’Indipendenza Americana.
Esalta il fulgido eroismo della Brigata Caserta, la quale fa parte della valorosa Divisione, comandata dal nostro -illustre generale Ciro De Angelis. Chiude, invitando il pubblico a rivolgere il pensiero al nostro invitto Generale ed alla nostra magnifica Brigata, che sul Piave si son coperti di gloria. Il pubblico risponde, tra ovazioni frenetiche, acclamando al generale De Angelis ed alla Brigata di Caserta.
Indi il prof. Gualtiero Onerghi, inizia il suo dotto discorso, che, durando per oltre un’ora, fluisce nel1’improvvisazione immediata, rapido e serrato, con slanci oratori pieni di foga, contenuti in una compostezza signorile, che affascina e trascina.
Espressa la sua perplessità ad accettare 1′ incarico, conferitogli appena due giorni prima, di parlare su un argomento così complesso ed importante, trae, dalla rievocazione, fatta dal Sindaco, dell’epica condotta dell’insigne generale De Angelis e della invitta Brigata Caserta, argomento per ricordare come oggi tutti debbano essere al proprio posto di lavoro e di combattimento, senza dubbiezze e senza repulse egoistiche, quando una parola di verità può sollevare la fede e aumentare le energie per la resistenza e per la vittoria. Il successo dell’oratore si profila immediatamente. il pubblico prorompe in battimani scroscianti.
Il 4 luglio è giorno sacro all’Indipendenza Americana e ai diritti dell’umanità, sacro, non per parole o per ricordi o per fortuna, ma per sentimento operoso, per azione immediata, per sacrificio volontariamente e liberamente incontrato: sul fronte della battaglia italiana son giunti a celebrate, combattendo, la loro festa, le prime – schiere dell’Esercito Americano.
Dalla data del 4 luglio 1776 comincia nel mondo una nuova storia, nell’economia, nella politica e nella morale; e se era questa rivoluzione preparata e in gran parte compiuta nell’opera dei pensatori e dei filosofi, c’era bisogno di un popolo nuovo, senza tradizioni secolari, per dare una soluzione sua propria ai problemi già affacciatisi nella speculazione dei filosofi; occorreva che questa soluzione si obbiettivasse in una realtà politica, perchè la vecchia costruzione statale e sociale dell’Europa cominciasse a scuotersi, e quindi cadesse, e al suo posto sorgesse la modernità.
Ritratta con pittoriche ‘immagini la vita dei Coloni distribuiti dalla foce del S. Lorenzo alla Florida, senza legami materiali, senza vincoli di leggi comuni, l’oratore mostra come esci potessero spezzare i vincoli, che li congiungevano alla vecchia potente Albione. Le tredici Colonie ribellatesi apparentemente per una ragione fiscale, in effetti durarono nella rivoluzione e vinsero per una pura ragione di diritto, traendo dalla loro educazione morale e dalle loro istituzioni democratiche la forza per resistere alla organizzazione statale più potente del tempo.
Rievocate rapidamente le vicende principali dell’ insurrezione e lumeggiata la figura di Washington, l’eroe della pazienza e della pertinacia, così diversa dai tipi d’eroe vagheggiati dall’anima latina, l’oratore analizza il contenuto -spirituale della coscienza anglo-americana, dalla libera fede religiosa dei Pellegrini, alla purità e rigidità della religione e della libertà civile dei Puritani, `dall’affermazione di Roger Willians che la coscienza è sacrario inaccessibile, in cui nessuna forza individuale nè socie ha diritto di -penetrare;. alla intuizione diretta della coscienza e all’uguaglianza sociale dei Quaqueri ; e dimostra in essa l’ultima forza delle Colonie, la luce che attrae in aiuto del nuovo mondo le forze della Francia nuova.
Sta nella vita spirituale e nelle istituzioni altrettanto democratiche quanto semplici della nuova Inghilterra la ragione della sua vittoria e insieme le intime radici del diritto dell’umanità, proclamato da Wilson contro la barbaria della Germania, nella guerra attuale.
Ricorda la condotta dell’ America c nel periodo della neutralità, raffronta 1 la proclamazione dei diritti mandata avanti da Wilson alla proclamazione allo stato di guerra con la storica proclamazione dei diritti, del Congresso di Filadelfia; illustra il disegno della pace vagheggiata dall’America, e per cui l’America è scesa a combattere; e rievoca l’ideale di Giuseppe Mazzini, dell’ umanità costituita nell’associazione di tutte le patrie col rispetto di tutte le nazionalità, e mostra come l’Austria non possa trovar posto nella società delle Nazioni.
Qui, accennando l’oratore fugacemente agli ultimi martiri nostri e particolarmente a Cesare Battisti, poichè sta nel pubblico il figlio del martire, tutto il Politeama balza in piedi, applaudendo delirantemente al giovine orfano, allievo ufficiale di complemento. I1 prof. Gnerghi, dopo di avere espresso al giovinetto e alla sua eroica madre lontana, la commozione e la gratitudine dell’anima di Caserta, saluta gli Americani che sono venuti a combattere per il diritto della Patria Italiana e per la distruzione dell’Impero d’Austria, e chiude ricordando 1’Excelsior di Leongfellovcr, la cui suggestività si alterna e sparisce ove si confronti l’immagine del giovine cantato dal poeta con la realtà dei combattenti magnanimi, che da Capo Sile e dal Grappa a Mondidier ad Amiens a Rèims salgono al più alto fastigio della virtù nel nome della giustizia e della Patria.
Il discorso, che è stato interrotto quasi ad ogni tratto da applausi fragorosi, è salutato alla fine con una ovazione imponente, interminabile.
Prende quindi la parola il comandante del Distaccamento Francese, aiutante Saveron, per ringraziare il generale Vercellana dell’invito fatto a lui e ai suoi soldati di assistere alla cerimonia; lo ringrazia pure di tutta la cordialità di cui il Distaccamento Francese è fatto segno a Caserta; lo ringrazia altresì per la fraterna solidarietà addimostrata alla Francia ed alle altre Nazioni Alleate;
magnifica il valore e la recente vittoria dell’Esercito Italiano; rievoca la giornata di Solferino; invia un saluto reverente ai Sovrani d’Italia e termina brillantemente il suo incisivo ed elegante discorso col grido di Viva l’Italia ! Egli è applauditissimo dal pubblico e tutte le notabilità si felicitano con lui e lo festeggiano.
Dopo eseguiti ancoragli inni delle Nazioni Alleate, fra grida di Viva Wilson ! e Viva gli Stati Uniti ! si toglie la memoranda adunanza.
La mattina del 4 luglio il sindaco di Caserta cav. Cappiello spedì questo telegramma a S. E. Nelson Page, ambasciatore degli Stati Uniti in Roma
” In questo giorno, sacro all’Indipendenza degli Stati Uniti d’America, sacro alla storia dei popoli liberi, mentre giungono al nostro fronte di battaglia le sue prime schiere combattenti, 1a città di Caserta, nel celebrare la festa della magnanima Nazione Alleata, invia a Vostra Eccellenza il saluto augurale riconoscente, propiziatore della vittoria. „
Dopo l’adunanza al Politeama Vanvitelli il Sindaco così telegrafò al medesimo Ambasciatore:
” II popolo di Caserta celebra in questo momento, con dimostrazione, imponente, magnifica, solenne — dopo la conferenza del professore Onerghi – la dichiarazione della Indipendenza degli Stati Uniti di America, congiungendo il suo pensiero e il suo affetto a quello della grande Nazione, che è scesa nell’agone terribile per la rivendicazione del diritto, della libertà e dell’onore dei popoli. Voglia Eccellenza Vostra accogliere questa manifestazione di entusiasmo vivissimo riconoscente e di fede invitta nella vittoria. „
L’America e gli alleati
Pubblico la seguente lettera, che merita di essere conosciuta, perché è la sintesi del febbrile lavoro guerresco dell’America, il cui meravigliosi contributo alla vittoria degli Alleati, mentre è ignorato dal volgo, è deriso dai disfattisti. Me l’ha spedita il 28 maggio 1918 da PittsburghPa. il sig. Pasquale Carlo Funaro, proprietario e musicista di grido, uomo serio, onestissimo e fervido patriota, di sentimenti nobili e filantropici: qualità che gli hanno procurata la stima e l’affetto di guanti hanno avuto il piacere di avvicinarlo
Carissimo sig. Arciprete, – Io vorrei farvi vedere i miracoli che sta facendo’ questa benedetta America per il successo degli Alleati.
Se vi raccontassi dei fatti, voi non li credereste, ma non posso fare a meno di accennarvene qualcuno. Per tenere la mano d’opera vicino al lavoro ed evitare che gli operai perdessero tempo nel ritirarsi dai lavori e per andarli a riprendere, il Governo, in un certo posto dove si costruiscono piroscafi, ordinò la fabbrica di 5000 case, per accomodarvi il personale lavorante.
Notate poi che ogni casa contiene 5 o 6 stanze tutte di cemento con acqua, bagni, luce elettrica, ecc.
Ebbene, quanto tempo credete voi si sia impiegato per la costruzione di dette case? Non ridete: 42 giorni !!! Ed ora questo personale è capace di mettere fuori uno o due piroscafi al giorno, pronti per il servizio.
l Qui tutti ci moltiplichiamo per dare aiuto alla Patria. La barbarie deve finire; questa è la terra delle ricchezze e le ricchezze devono seppellire i barbari teutonici. In sei giorni si sono raccolti duecentosettantacinque milioni per la Croce Rossa, mentre si richiedevano appena cento milioni. Dovete figurarvi che la nostra Armata marcia equipaggiata come una sposa, senza poi parlare di quanto si fa per sussidiare i nostri Alleati.
Il 24 di questo mese fu solennizzata, come festa nazionale l’entrata in guerra dell’Italia – e nei calendari rimarrà consacrata perennemente questa data memoranda. I barbari si gonfiano dei loro temporanei successi, ma gli Americani, in unione con gli Alleati, ripetono ogni giorno: Ride bere chi ride l’ultimo
Vorrei che tutti gli Italiani in Italia comprendessero che 1′ America, la nazione più ricca del mondo, trovasi anima e corpo a fianco a loro, perchè nessuno vacillerebbe neppure per un momento: nè dovrebbero portare troppa fretta, perchè l’America non era preparata per uria tale guerra. Ma adesso che ci si è messa, si vedranno delle cose sbalorditive.
Basta dire che domandano un prestito di due bilioni e ne sottoscrivono quattro: ne domandano quattro e ne sottoscrivono otto. E gli Eserciti che arrivano in Europa ? E il contributo della grandiosa Marina ?
Perciò allegri tutti; propagate questi fatti fra la gente più ignorante, per rimanere fermi e saldi ed arrivare più presto alla vittoria.
I nostri ufficiali e le nostre truppe sono piene di entusiasmò. Andai a salutare al campo d’istruzione mio figlio che si preparava a partire per la guerra in Europa, e fui complimentato da tutto lo Stato Maggiore del Reggimento, e nel licenziarmi il Colonnello rivolto a mia moglie disse: “Signora, tornate a casa soddisfatta, che io ed i miei ufficiali faremo da madre ai vostri figli. Essi sull’esempio dei prodi ufficiali combatteranno da valorosi per la grande causa della libertà del mondo: siatene perciò fiera ed orgogliosa. „
Questa lettera del sig. Pasquale
Da Terra di Lavoro del 9 luglio 1918 anno XXII Numero 24