Diego Lazzarich* – Gianfranco Borrelli**

Quando nel 1789 fu pubblicato il testo Origine della popolazione di S. Leucio a firma di Ferdinando IV1, fu sancita la nascita ufficiale, nell’area del sito reale di San Leucio, di una fabbrica per una produzione serica d’eccellenza destinata a portare il Regno di Napoli all’avanguardia in un’arte estremamente diffusa nell’Europa del XVIII secolo – anche in quelle regioni dal clima non propriamente favorevole come la Prussia, l’Irlanda e la Svizzera3. Lo straordinario sforzo di inventiva industriale sembrava confermare la tendenza ad una fase di riforme economiche che i Borbone avevano avviato nel Regno con l’arrivo di Carlo III nel 1734, ovvero da quando nel Meridione si assistette ad una nuova e più incisiva fase politica in grado di modificare profondamente gli assetti pubblici di una parte d’Europa rimasta ai margini rispetto ai grandi movimenti politici, istituzionali, economici e sociali che animavano il resto del continente. In questa cornice di rinnovamento storico dell’orizzonte meridionale, l’esperienza di San Leucio si troverà ad acquisire un significato del tutto originale, destinata a essere interpretata – dai contemporanei e da parte della storiografia – come punto di congiunzione tra la continuazione di una fase di riforma
economica e l’avvio di una fase di riforma politica e sociale del Regno.
La fabbrica di San Leucio sembrava a molti essere un riflesso di quella «economia civile» che Antonio Genovesi andava sollecitando, ovvero di quella nuova scienza in cui la politica «come gran padre e sovrano del popolo» riesce ad ammaestrare quest’ultimo e a governarlo «con sicurezza, prudenza [e] umanità», col fine di rendere ricca, potente e saggia la «sottoposta nazione popolata». Così come l’economia si rivolge al «capo e principe della sua famiglia» istruendolo sul come «ben reggerla e procacciarle virtù, ricchezza [e] gloria», così l’«economia civile» deve far sì che la politica guidi il popolo grazie all’«arte legislatrice»4. Genovesi, quindi, pensava allo sviluppo economico
non come un canale di arricchimento ad esclusivo appannaggio del sovrano, ma come uno strumento destinato al miglioramento delle condizioni dello Stato, ovvero ……
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Pubblicato da memoriecasertane
Mauro Nemesio Rossi Studia alla facoltà di ingegneria, successivamente si laurea in scienze politiche alla Federico II di Napoli. Assunto alla Olivetti di Ivrea si interessa di organizzazione aziendale e analisi del costo del lavoro. Giornalista pubblicista e fotografo, è originario di una nobile famiglia Casoriana appartenente al casato dei Casarusso. Spilla d'oro Olivetti è stato insignito della stella al merito del lavoro dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, Cavaliere della repubblica ed Ufficiale della Repubblica, nel 2021 riceveve il titolo di Commendatore delle Repubblica dal presidente Sergio Mattarella. vive e lavora a Caserta.
Esperto di economia e strategia aziendali ha pubblicato per l'istituto tecnico industriale "Villaggio dei Ragazzi" il volume "Introduzione alla Vita d'azienda" 1973; "Le multinazionali verso un codice di condotta" 1979 ed è stato presidente del consorzio di Imprese Elinte scarl dalla sua nascita fino al 2002.
Fonda e pubblica nel 1980 la rivista nazionale "Fotografia Comparata" a cui collaborano studiosi e docenti universitari. Nel 1988 registra al tribunale di Santa Maria Capua Vetere per la cooperativa "mediterranea" il quindicinale "il Corso" un periodico di attualità e di storia casertana.
La Fiaf Federazione Italiana associazioni fotografiche lo nomina Benemerito della Fotografia Italiana, stesso attestato gli arriva dall'Anaf Associazione Nazionale Arte Fotografiche. Quale reporter realizza servizi per il quotidiano "il diario" sul terremoto del 1980, è inviato al seguito del contingente Italiano In Libano nella missione di pace nel novembre del 1983 dove conosce Oriana Fallaci .
Per il quindicinale di attualità e storia locale "il Corso", nato nel 1988, e per diversi giornali ha intervistato e fotografato molti personaggi di spicco della vita Italiana: dal critico d'arte Antonello Trombadori al pittore Remo Brindisi.. ed inoltre: il Filosofo Massimo Cacciari, Pino Rauti, Giulio Andreotti, Gianfranco Fini, l'attore Giancalo Giannini , il Pasquale Squittieri e tanti altri.
Sue mostre personali di Fotografia sono state organizzate a Sorrento, Bergamo, Brescia, Ancona, Caserta, Napoli.
Ha lavorato per "Napoli Notte", "il Diario", "il Giornale di Caserta" ed attualmente collabora per le pagine culturali ed attualità del quotidiano Corriere di Caserta.
Ha pubblicato per il Corriere di Caserta a puntate la storia di Terra di Lavoro durante il fascismo da cui ha tratto il Dvd "Antonio Ricciardelli racconta".
sue pubblicazioni: Maestri del lavoro in camicia nera, ed. Rubbettino; Alvignano ed il suo Arciprete ed Pro loco Alvignano; Fascismo Casertano fatti e misfatti di misfatti e personaggi di una città in camicia nera ed. Cesaf Maestri del lavoro. ....
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